venerdì 5 settembre 2008

Rin Tin Tin

Alcune volte mentre cammino per strada qualcuno mi ferma e mi dice: «Devi essere completamente pazzo, vecchio». Generalmente mi capita quando porto a passeggio al guinzaglio il mio cane invisibile, un pastore tedesco che vive con me dal lontano 1959. Si chiama Rin Tin Tin e saltò fuori dallo schermo del mio vecchio televisore in bianco e nero. Mi disse che si era stufato di Rusty e di passare sei ore al trucco prima di girare ogni scena, così saltò fuori dal tubo catodico e decise di rimanere a vivere con me.

Rin Tin Tin divenne così il mio secondo animale domestico. Il primo, un certo Flipper, non resistette a lungo nonostante lo portassi a passeggio tutti i giorni. Morì affogato, anche se comunque era un delfino molto intelligente. Avevo trovato Flipper in una sala giochi pochi giorni dopo aver abbandonato Londra e diventammo subito buoni amici. Ogni sera mi prendeva a sberle con le pinne per dimostrarmi il suo affetto. Giocavamo spesso: lui mi tirava delle aringhe, ma solo quando riuscivo a saltare con un solo balzo nel cerchio, un vecchio quadrato che mi aveva regalato un trapezista.

Quando Flipper affogò decisi che gli animali domestici per me erano un capitolo chiuso, anche se senza un compagno a quattro zampe mi sentivo un delfino fuor d'acqua. L'arrivo improvviso di Rin Tin Tin mi colse completamente di sorpresa, tanto che per i primi giorni fui costretto ad ospitare il povero cane in bianco e nero in una cuccia che avevo costruito per lui dodici anni prima di conoscerlo in attesa che un giorno nascesse e dopo qualche anno saltasse fuori dallo schermo.

Da allora quando posso prendo il guinzaglio, ci attacco il mio amico invisibile in bianco e nero e lo porto al parco, quello fatto integralmente di cemento dove Rin Tin Tin resta per ore solo come un cane a grattarsi la schiena sull'erba d'asfalto. Io sto lì e l'osservo per ore guardando nella direzione opposta alla sua. A volte fa anche finta che gli indiani lo stiano inseguendo, poi prende una tromba e suona la carica e ricaccia gli invasori oltre l'attraversamento pedonale.

Siamo inseparabili Rin Tin Tin e io. Solo per un breve periodo ci siamo persi di vista: all'incirca dal 1960 al 2007. Non sapevo più dove si era andato a nascondersi in casa. Non è mica facile prendersi cura di un cane invisibile in bianco e nero. Temevo fosse rientrato nel tubo catodico e mi avesse abbandonato per sempre, invece l'avevo semplicemente dimenticato in ascensore. Il caro vecchio Rin Tin Tin. Un po' mi manca, sapete? È dal 1937 che non lo vedo...